Dott.sa Rita Subioli – Psicologo EMDR Crema

Hikikomori

Il termine Hikikomori deriva dal Giapponese ed è formato dalla fusione di due verbi:

Hiku: tirarsi indietro, scomparire

Komoru: isolarsi, confinarsi

Lo psichiatra Saitō  Tamaki nel 1998 tradusse il termine inglese social withdrawal in Hikikomori, per indicare un nuovo fenomeno sempre più diffuso in Giappone, il ritiro sociale.

Caratteristiche del fenomeno in Italia

In Italia il fenomeno assume caratteristiche differenti rispetto al Giappone: i primi segnali di ritiro possono comparire già dalla scuola primaria. Spesso il passaggio dalla scuola elementare alla scuola media comporta una serie di fatiche dettate dal cambio delle aspettative da parte del contesto scolastico e familiare del giovane. La preadolescenza è caratterizzata dalla necessità per il ragazzino di affrontare una serie di compiti evolutivi che impongono la separazione dalle figure genitoriali e dall’ambiente domestico.

Le prime difficoltà possono manifestarsi sotto forma di disturbi psicosomatici (mal di testa, mal di pancia) che portano il giovane ad accumulare frequenti assenze. Rischia di determinarsi un circolo vizioso che porta il ragazzo a sperimentare distacco dall’ambiente scolastico, ansia rispetto alle ore perse e alla necessità di recuperare il programma scolastico.

Caratteristica del giovane ritirato è, però, la tendenza a procrastinare, rimandando a domani le decisioni importanti che provocano in lui uno stato di agitazione continua che talvolta cerca di rimuovere mediante attività online.

La condizione genera incomprensioni nell’ambiente domestico, in cui i genitori spesso non comprendono cosa stia accadendo al proprio figlio e cercano quindi di spronarlo a rientrare a scuola. Spesso i tentativi risultano fallimentari e il giovane si chiude sempre più, evitando così di interfacciarsi con i genitori e, nei casi più severi, chiudendosi nella propria stanza senza più uscire.

Generalmente l’Hikikomori italiano tende a mantenere il contatto con i familiari, anche se frequentemente evita i momenti conviviali (pranzi e cene) in cui teme gli vengano poste domande sul suo futuro. L’isolamento è spesso accompagnato dall’alterazione del ritmo sonno-veglia: l’orario del sonno è costantemente spostato, arrivando ad addormentarsi al mattino.

Quali sono i segnali per riconoscere Hikikomori?

Intervento

Aprire un canale comunicativo e instaurare un clima di fiducia è l’obiettivo iniziale per intraprendere un percorso che miri a identificare le cause del ritiro.

È controproducente imporre la propria presenza se non è il ragazzo a volerlo: prevedo quindi un primo incontro conoscitivo per spiegare chi sono e qual è il mio approccio ma sarà la persona (anche se minorenne) a scegliere se intraprendere o meno il percorso di supporto psicologico.

Parallelamente è indispensabile, in particolare per i minorenni, un supporto alle figure genitoriali che miri alla comprensione del vissuto del ragazzo, all’identificazione dei meccanismi comportamentali che generano un atteggiamento di chiusura nell’altro e alla modificazione di tali meccanismi.

È molto utile prevedere degli incontri di gruppo volti alla ri-socializzazione tra ragazzi che presentano difficoltà relazionali per attivare un confronto sulle difficoltà condivise e promuovere la socialità in un ambiente accogliente e non giudicante.

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